lunedì 5 gennaio 2009

I LUCANI NELLA PIANA DEL SELE



La Piana del Sele configurò il bacino di raccoglimento di diversi popoli dell’antichità: Etruschi, Piceni, Greci, Romani.
Ma coloro che hanno conferito un impronta etnica chiara e permanente a tale territorio vanno individuati nei Lucani
D’altronde anche le recenti immigrazioni dall’entroterra potentino e cilentano sembrano ulteriormente rafforzare questo dato storico, a testimonianza di una contiguità di tipo osmotico tra la regione interna e la piana stessa. Quindi in sostanza il riferimento principale da cui attingere le nostre origini di abitanti della Piana del Sele è quello lucano.
I Lucani affiorarono attraverso la sovrapposizioni delle stirpi osco-sannitiche spostatesi più a sud, con gli antecedenti Enotri e con le popolazioni autoctone locali di retaggio paleoeuropeo.
La loro denominazione rimanda all’etimologia latina “lucus” (Bosco sacro) o dal greco “lukos” (lupo) conformemente alle peculiarità morfologiche territoriali e ai riti italico-totemici della Ver Sacrum ( primavera sacra).
La presenza lucana nella Piana del Sele sventagliò da Agropoli sino alla sponde del fiume Tusciano interponendosi sul piano cronologico tra la colonizzazione greco-sibarita (Poseidonia) e il dominio romano. Essi intorno al 400 a. C. piombarono dai varchi appeninici soggiogando l’intera piana tra cui le città di Eburum (odierna Eboli) e Posidonia (ribattezzata lucanamente Paistom). L’eredità di questo antico popolo è riconoscibile dagli svariati reperti assurti alla luce, stanti a palesare soprattutto la propria inclinazione guerriera, aristocratica e patriarcale. I Lucani, è risaputo, assorbirono molto della cultura greca, in primis, mutuarono l’uso dell’alfabeto. Un armonico intreccio culturale diede corpo alla fascinosa “koinè” di cui, sotto certi aspetti, ancora oggi ne ammiriamo le fattezze (dipinti, sculture, tombe, elmi, armi etc…).
Come gran parte delle popolazioni italiche guerriere nel “pantheon lucano” si evince la devozione per il dio della guerra Mamerte, l’equivalente del Marte romano di cui è palese la radice cultuale uranico-indoeuropea. Ad esso si affianca il culto della dea ctonica delle acque Mefite : una volta giunti alla foce del Sele ebbero il modo di riproporlo sotto le vesti matriarcali di Hera Argiva. Il connubio culturale ellenico-lucano fu ampiamente riuscito, scevro da snaturamenti e disarmonie, in virtù della comune matrice indoeuropea dei due popoli. Ecco perché la Paistom lucana riuscì a preservare le caratteristiche originarie di “polis”, implementata delle nuove forme culturali e sociali.
I Lucani trovarono sul loro destino la potenza di Roma. Analogamente ad altre tribù osco-italiche (Sanniti, Brettii) riuscirono, tuttavia, a vendere cara la pelle anche in virtù del loro temperamento tenace, bellicoso, rude.
Una “resistenza etnica” il cui filo rosso si estende fino al XIX secolo….con la guerriglia difensiva innescata dai briganti lucani contro le umiliazioni inferte dall’invasore sabaudo-unitario. Un filo rosso che attende di essere ulteriormente afferrato, in vista dei futuri prosceni dai cui potrebbe stagliarsi un nuovo ed inevitabile fronte di sbarramento etnico.... stavolta decisivo.

Silarus

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve, sono Guido Giudice, presidente provinciale dei giovani di Azione Sociale. Apprezzo la vostra iniziativa e capisco benissimo la volontà di informare la gente di come si stia aggravando negli anni il fenomeno immigrazione clandestina nella nostra stupende terra. Io credo che la colpa sia dovuta anche e soprattutto alle colpe dei nostri imprenditori locali, pronti a sfruttare il lavoro di queste persone nelle loro piantagioni o nelle loro aziende bufaline(e qui che si concentra il maggior numero di immigrati...lavoratori a nero.
E' giusto sensibilizzare l'opinione pubblica su questa piaga e soprattutto lottare con le unghie e con i denti contro gli speculatori. Gioventù in Azione, movimento giovanile di As a Capaccio-Paestum (con oltre 80 iscritti) ha sempre avuto come punto fermo la voglia di combattere tali problemi ed è pronta ad affiancare ogni iniziativa utile volta ad aiutare i cittadini stanchi di vedere le proprie case svaligiate, le proprie donne molestate e di non potere più passeggiare per la strada di sera in tranquillità (in alcune zone della piana la paura è tantissima). Ciò che chiediamo è che non venga perà fatta di tutta l'erba un fascio...W chi è integrato, vive nella legalità e paga le tasse.
A Presto
Dott. Guido Giudice

Anonimo ha detto...

Ringrazio Lei e il suo movimento per essere gentilmente intervenuto.
Sono abbastanza concorde con quanto ha sostenuto.
La materia in oggetto del blog, comunque, concerne segnatamente i problemi arrecati dall'immigrazione clandestina nel nostro territorio....in primis tra i quali la dilagante criminalità e la seria minaccia alla nostra identità storica, culturale, etnica, religiosa.
Sono problemi decisamente percepiti dalla gente, ma ,il più delle volte, essi non trovano un valido riscontro (se non a mero livello cronacale) presso gli organi massmediali nè tantomeno tra i ranghi della politica locale.

Mario/Silarus