martedì 17 marzo 2009

SERVONO LE RONDE ANCHE NELLA PIANA DEL SELE

Il binomio tra immigrazione clandestina e attività criminale è sempre più rimarcato dai fatti. Le cronache documentate dal nostro blog fanno da termometro circa il quadro degradante verso cui sta inesorabilmente precipitando la nostra realtà territoriale.
L’immigrazione allogena di popolamento in vasta parte di etnia africana-maghrebina, s’insinua lungo il cordone stradale della SS18 estendendosi per la zona agricola fino al mare, lambendo anche i nuclei cittadini di Battipaglia, Eboli e Capaccio. A tutto ciò, molti amministratori locali replicano con politiche proiettate verso una fantomatica e utopica integrazione, finendo in tal modo per alimentare ulteriormente il bubbone etnico già costituitosi, e prima o poi destinato a espandersi come una metastasi.
D’altra parte si evidenzia la diretta proporzionalità intercorrente tra popolazione allogena maghrebina e accrescimento degli episodi criminali, in primis, lo spaccio di stupefacenti. Riprova che qui non stiamo a fare i menagramo di mestiere o i profeti di sventura….ma ci limitiamo a registrare dati di fatto ed informare la popolazione autoctona della Piana del Sele (di retaggio lucano-cilentano) circa la gravità delle cose, mentre chi è deputato a farlo minimizza ,o peggio, nasconde la testa nella sabbia.
Riteniamo che occorre mobilitarsi. Organizzarsi secondo i crismi della legalità democratica. Costituire comitati popolari, ronde, nuclei operativi che fungano da supporto al lavoro sublime ma insufficiente, vista la vastità del fenomeno, delle forze dell’Ordine.
Abitanti della Piana del Sele, aprite i vostri occhi. Una nube fosca e tetra incombe sull’orizzonte della nostra comunità di destino. Starà a noi diradarla e scongiurarla sia per rendere giustizia all’opera dei nostri padri e sia per dare un avvenire certo ai nostri figli.
PIANA DEL SELE LIBERA!


Silarus 17-03-2009

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